The Harvest è un esperimento narrativo che ha messo in gioco le vite di persone reali, chiamate in alcuni casi a interpretare se stesse, in altri casi personaggi di finzione ispirati alla dura realtà che abbiamo inteso indagare.
Il bracciante
Gurwinder ha 34 anni. È nato in India, nella regione del Punjab, in una famiglia della classe media.
Dopo gli studi decide di seguire il fratello già emigrato in Italia in cerca di un futuro migliore. Grazie alle informazioni ricevute dai suoi connazionali, si trasferisce in provincia di Latina, dove però l’unica occupazione che trova è quella di bracciante per alcune aziende agricole. Le sue giornate nei campi possono durare fino a 14 ore, in cambio di pochi euro.
Nel film interpreta se stesso, mettendo in scena la propria storia di riscatto dalla violenza dello sfruttamento lavorativo e delle ritorsioni che colpiscono chi decide di non abbassare più la testa al padrone e comincia a rivendicare i suoi diritti.
Il ricercatore e attivista
Marco Omizzolo è un sociologo, responsabile scientifico della coop. In Migrazione e presidente del centro studi “Tempi Moderni”, si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata. In The Harvest interpreta sè stesso, raccontando i risultati delle proprie ricerche e portando alla conoscenza pubblica le testimonianze dei molti braccianti indiani che si rivolgono a In Migrazione nel tentativo di opporsi alle condizioni lavorative imposte loro dalle aziende agricole dell’Agro Pontino. Queste denunce, che permettono allo spettatore di capire la gravità della situazione di violazione dei diritti che si verifica nei campi di quest’area agricola italiana, sono il quotidiano strumento di lavoro di Marco da quasi dieci anni.
La mediatrice culturale
Hardeep è nata in provincia di Latina 30 anni fa. Figlia di un uomo punjabi arrivato a Roma nel 1979, parla con accento romano e qualche anno fa si è sposata con rito indiano con un ragazzo italiano. Oggi lavora come mediatrice culturale per la comunità indiana dell’Agro Pontino e insegna la lingua italiana ai migranti. Il suo ruolo in The Harvest è la fedele riproduzione della sua giornata quotidiana, che deriva da un’attitudine ormai ben consolidata: “Occuparmi di mediazione è la cosa per me più naturale, da piccola le maestre mi chiamavano a tradurre per gli altri bambini in classe appena arrivati a scuola”.
Il padrone e i suoi aiutanti
Steven Hogan è un cantante italo-britannico, leader della band Slick Steve and the Gangster. Nel film interpreta il datore di lavoro di Gurwinder, proprietario di una piccola azienda agricola che utilizza manodopera sottopagata, riproducendo le dinamiche di ricatto nei confronti dei lavoratori di cui tanti braccianti di origine indiana hanno fornito testimonianza.
The Gangster: Alle B. Goode (chitarra), Pietro Gozzini (contrabbasso) e Beppe Facchetti (batteria) sono i musicisti della band Slick Steve and the Gangster. Interpretano gli aiutanti del datore di lavoro, sorvegliando il lavoro dei braccianti durante la lunga giornata lavorativa.
I danzatori
I Bhangra Vibes sono un gruppo di giovani danzatori nato fra la provincia di Cremona e quella di Mantova. La loro storia personale e familiare tuttavia viene da molto più lontano, proprio da quel Punjab da cui proviene la maggior parte dei braccianti dell’Agro Pontino. Benché molti di loro siano nati in Italia, hanno deciso di riscoprire una delle danze tradizionali punjabi, il bhangra. Si tratta di movimenti che nascono dal lavoro dei campi e che nel film vi ritornano, per raccontare però uno scenario del tutto attuale e ricco di contraddizioni, quello dell’Agro Pontino nel 2017.
“Partecipare a questo progetto ci ha permesso di ricordare le storie di sfruttamento che ci hanno raccontato i nostri genitori, quando anni fa sono arrivati in Italia. È importante non dimenticare quanto hanno subito per noi”.